copertina del libro"I robot e l'alba" |
Non si può di certo parlare di letteratura senza fare riferimento ancora una volta al grande scrittore Asimov. A lui si deve gran parte della letteratura moderna sulla robotica. Vorrei citare uno dei suoi romanzi di fantascienza finora mai trattati in questo blog: "I robot dell'alba".
Ecco una delle frasi che personalmente trovo più significative e che rispecchiano alla perfezione il pensiero di Asimove che riguarda la sua opinione sul rapporto uomo-macchina:
"Per la prima volta nella sua vita, Baley si trovò ad invidiare un robot. Poteva camminare lì in mezzo! Essere indifferenti all'acqua, al rumore, alla vista; ignorare ciò che avveniva intorno, in cambio di una pseudo-vita assolutamente coraggiosa; ignorare la paura del dolore e della morte, perché non c'erano né dolore né morte. Ma non possedere alcuna originalità di pensiero, essere incapaci di imprevedibili salti d'intuizione.... Questi doni valevano quello che l'umanità pagava per essi? In quel momento, Baley non avrebbe saputo dirlo. Sapeva però che, quando non fosse stato più terrorizzato, avrebbe pensato che nessun prezzo era troppo alto per essere un uomo.".
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